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Cerco di dimostrare mediante degli esperimenti opportuni che la Sindone di Torino si è formata mediante un processo naturale, usando mirra e aloe in polvere. Queste sostanze sono quelle che vennero usate per preservare il corpo di Gesù nella tomba nell'attesa della sepoltura definitiva che doveva essere effettuata il primo giorno dopo la Pasqua ebraica. Mirra e aloe hanno la proprietà di imprimere una macchia color seppia di qualsiasi oggetto che venga in contatto con esse e con un tessuto, nel nostro caso, di lino. Anche il sangue presente sulla Sindone è stato trasferito dal corpo al lino per mezzo della mistura della mirra e dell'aloe, in quanto tale mistura ha la proprietà di rendere di nuovo molle un grumo di sangue precedentemente formatosi. Metto in relazione questi esperimenti con la traduzione nuova dei passi deli Vangeli che parlano della morte e della resurrezione di Gesù, e vedo che la Sindone si può spiegare solo se il corpo di Gesù è svanito dall'interno del lenzuolo poco tempo dopo la sepoltura. Se infatti tale sepoltura fosse durata più a lungo non si sarebbe formato questo tipo di immagine, ma un'unica macchia indistinta. Dimostro anche che la leggenda del Keràmion è congruente al fatto che sia stata la Sindone a crearlo, in quanto un'immagine formatasi con la mirra e l'aloe, può, a sua volta, senza aggiungervi alcun altro, produrre un'immagine di sé su una lastra di ceramica, come esperimenti dimostrano. Metto infine questi miei risultati al confronto con i dati scientifici dello STURP, e vedo che essi collimano perfettamente con questa mia ipotesi.

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9781512294989

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