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L'autore di questo libro ha paura della morte, e non se ne vergogna. Contro la retorica che ci vorrebbe tutti saggi e imperturbabili, quella di chi sminuisce, ridicolizza o addirittura patologizza questo normalissimo sentimento, primo fra tutti Socrate, il ""nulla eterno"" e le sue conseguenze sono oggetto di una seria e laica riflessione. Quante volte ci siamo sentiti dire che ""la vita è bella perché è una"", che la morte è solo un ""sonno senza sogni"", che l'importante è non avere rimpianti, e chi più ne ha più ne metta, senza per questo esserne anche solo un po' sollevati? No, non è per stupidità che si teme di bere quell'amara cicuta che ci strapperà via per sempre tutto ciò che abbiamo di più caro. ""Carpe diem, mi ammonirebbero gli antichi: cogli l'attimo, goditi il presente. Ma il problema è proprio questo: più godo, e più penso a quando non potrò godere più, a quando mi sarà portato via tutto senza il mio consenso. Più esploro la vita, più me ne affeziono, e più temo di perderla"".

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9798301768781

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