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Qual è il segreto della sopravvivenza ebraica? In che modo un popolo minacciato dall'estinzione, dall'esilio e dalla persecuzione ha saputo trasformare la ferita in parola, la memoria in promessa, l'identità in apertura? Il decimo e ultimo volume della collana Antishemitica rovescia lo sguardo: dalla genealogia dell'odio e delle sue metamorfosi si passa all'indagine sulla resilienza. Attraverso un itinerario che va dall'antichità alla contemporaneità, il volume racconta come l'ebraismo abbia risposto all'annientamento non con la chiusura, ma con la generazione di senso, di diritto, di cura dell'altro. Dalla Bibbia alla diaspora, dal Talmud alla Shoah, dalla fondazione dello Stato di Israele alle sfide della globalizzazione e del dialogo interreligioso, questa opera esplora le forme della fedeltà che non si chiude nella difesa, ma si rinnova come promessa di giustizia, di apertura e di alterità. Senza cedere alla retorica dell'eroismo né alla tentazione del vittimismo, il libro mostra come la sopravvivenza ebraica sia un atto critico, una pedagogia della differenza e della responsabilità. Il Nome che sopravvive non offre un racconto consolatorio né un canone di identità è un invito a interrogare la memoria, la Legge, l'amore e il Nome come risorse universali per abitare la vulnerabilità del presente e generare nuove forme di resistenza. Un libro necessario per chiunque voglia comprendere l'ebraismo non come reliquia del passato o bersaglio della storia, ma come laboratorio vivente di etica, di pensiero, di futuro.

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9798291630013

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